BMW SUPERA MERCEDES. Nel 2021 è il primo marchio al mondo

Nel 2021 BMW è riuscita ad emergere in termini di consegne a livello mondiale

14 gennaio 2022 ORE 10:40

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Anno particolarmente difficile il 2021 per il settore automotive, messo in ginocchio dalla crisi dei semiconduttori che ha determinato un crollo della produzione.

In mezzo a queste “sabbie mobili” la casa bavarese BMW è riuscita ad emergere in termini di consegne a livello mondiale, superando la connazionale Mercedes che deteneva la leadership di categoria dal 2016. Dopo cinque anni, BMW è riuscita a riconquistare il primo posto nella classifica dei maggiori produttori premium al mondo. 

Lo scorso anno infatti la casa di Monaco ha raggiunto il massimo storico di 2.213.795 auto vendute - il 9% in più rispetto al 2020 - allineandosi con i numeri raggiunti prima della pandemia. Mercedes ha subito invece un duro colpo con un calo del 5% sulle vendite, fermandosi a 2.054.962 unità.

I dati si riferiscono ai due singoli marchi e non ai Gruppi di appartenenza; di conseguenza sono esclusi dal calcolo i numeri di MINI e Rolls-Royce (per BMW) e di Smart, Maybach e Daimler Trucks (per Mercedes).

Per far fronte alle difficoltà di approvvigionamento, nel 2021 Mercedes ha deciso di investire le sue risorse nella produzione di veicoli con un margine di guadagno più elevato. Le vendite di vetture elettriche hanno subito un'accelerazione con un incremento pari al 69%.

Lo stesso trend è stato tenuto da BMW che, lo scorso dicembre, ha annunciato la consegna della milionesima auto elettrificata. Nell’anno appena concluso è stata registrata inoltre una crescita delle richieste di auto a fascia alta, che ha permesso al costruttore tedesco di mantenere alti i margini, aumentando del 40% la commercializzazione della Classe S e dei brand di nicchia del Gruppo (Maybach e AMG).

A livello europeo, è stata registrata una flessione delle vendite - una contrazione superiore al 10% - per Mercedes. Entro i confini della Germania, il calo registrato è invece del 25%. Controtendenza la domanda del mercato statunitense che ha registrato una crescita del 0,4%.

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